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DECRETO RISTORI 5: PRIME INDISCREZIONI.

Decreto Ristori 5: Prime Indiscrezioni

Nonostante la crisi politica che ha sconvolto la quotidianità del governo Conte, l’esecutivo continua a lavorare sul Decreto Ristori 5, il quinto capitolo della saga che dovrà portare nelle tasche di lavoratori e contribuenti, logorati dalla crisi economica causa Covid, nuovi aiuti e bonus. Si tratta del primo piano straordinario di aiuti all’economia del 2021 e il quinto in totale.

Si parla in particolare di una serie di nuovi contributi a fondo perduto per le attività economiche del Paese, nuovi bonus per lavoratori e il rifinanziamento della cassa integrazione. Ma in gioco c’è anche una nuova rimodulazione delle cartelle esattoriali.
Con lo scostamento di bilancio da 32 miliardi che il governo ha chiesto, e che dovrà essere autorizzato dal Parlamento, arriveranno i mezzi per finanziare tutte queste misure di sostegno e aiuti all’economia. Circa 5 miliardi dovrebbero andare al pacchetto lavoro.

La Ministra del lavoro Nunzia Catalfo spiegato sul suo profilo Twitter: “Con il nuovo decreto rifinanzieremo la cassa integrazione e ulteriori misure per lavoratori e imprese. Occorre una riforma degli ammortizzatori sociali e più attenzione a lavoratori autonomi”. Novità molto importante di questo quinto capitolo Ristori è che i nuovi aiuti a fondo perduto introdotti a sostegno delle attività economiche potrebbero riguardare tutte le partite Iva, indipendentemente dal codice Ateco a cui appartengono e dal colore della Regione di appaertenza. Nessuno quindi dovrà controllare le tabelle codici ateco per capire se sarà o meno incluso negli indennizzi. Sarà sufficiente il calo di fatturato.

Anche i liberi professionisti entrano a far parte della platea beneficiaria, inclusi architetti, avvocati, commercialisti.
Queste quindi le possibili nuove istruzioni di accesso ai contributi al Fondo perduto 2021:
aiuti aperti a tutte le partite Iva, inclusi anche i liberi professionisti (es. avvocati, architetti, ingegneri, ecc), non conta il colore della Regione in cui si esercita l’attività, non contano più i codici Ateco, è sufficiente dimostrare il calo di fatturato, il perdiodo di riferimento per dimostrare la perdita di ricavi riguarderebbe i primi 6 mesi del 2020 e non più della differenza tra aprile 2020 e aprile 2019.

Si va quindi verso un sistema di aiuti uguale per tutti, indipendentemente dal colore della Regione in cui si esercita o si vive (rosso, giallo o arancione). Sarà sufficiente dimostrare cali di fatturato e perdite. Insomma è sufficiente aver subito danni a causa dell’emergenza Covid per divenire beneficiari di aiuti e bonus. In arrivo anche una nuova cassa integrazione, che dovrebbe essere rifinanziata con 5 miliardi, assieme a una riforma degli ammortizzatori sociali con un focus dedicato ai lavoratori autonomi.
Già la Legge di bilancio 2021 tra le altre misure, ha previsto ulteriori 12 settimane di cassa integrazione ordinaria Covid, da utilizzare tra il 1° gennaio e il 31 marzo e fino al 30 giugno per la cassa integrazione in deroga.

Con il quinto Ristori potrebbero arrivare altre 18 settimane di Cig in deroga, per i settori maggioramente feriti dalla crisi Covid. Tra gli aiuti dovrebbe anche essere incluso un bonus di 1.000 euro, destinato ad aziende e imprenditori colpiti dall’emergenza Covid. In particolare tra i beneficiari ci sarebbero lavoratori autonomi con Partita Iva e liberi professionisti.
I requisiti potrebbero essere i seguenti:
partita Iva da almeno 3 anni,
regolarità della propria posizione contributiva,
calo di fatturato almeno del 33% nel 2020 rispetto all’anno precedente.
C’è anche spazio per le agevolazioni fiscali nella quinta tornata del Decreto Ristori.

In particolare verrebbe confermata la rottamazione delle cartelle esattoriali e il saldo e stralcio, per interveniere su 50 milioni di ci cartelle esattoriali in arrivo dal 1° gennaio dall’Agenzia delle Entrate.
A questo proposito, Laura Castelli, viceministra dell’Economia, ha sottolineato l’importanza di un “intervento strutturale che cancelli quanto non è più recuperabile”. Il direttore generale delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, rispondendo davanti alle commissioni Finanze di Camera e Senato, ha messo in luce che la ripresa dal 1° gennaio scorso dell’attività di invio degli atti di riscossione, dopo la sospensione 2020 per l’emergenza Covid, prevede l’invio entro fine 2021 di tutti gli atti sia del 2020 sia del 2021. Cosa che ha comportato “l’accumularsi di 50 milioni di atti, 34 milioni di riscossione e 16 di entrate”, L’Agenzia può “diluirli nel tempo tra gennaio e dicembre ma, in assenza di una specifica norma, non puo’ essere fatto altrimenti” ha concluso.

All’interno del Ristori 5 quindi, dopo lo slittamento al 31 gennaio per l’invio dei 50 milioni tra accertamenti e cartelle, potrebbero arrivare:
una dilazione temporale delle consegne nell’arco di diversi mesi delle notifiche,
oppure una rottamazione quater e un nuovo saldo e stralcio.
Questo consentirebbe di dare più spazio e respiro ai contribuenti in difficoltà, che potrebbero così essere maggiormente facilitati nel regolarizzare la propria posizione fiscale e debitoria.