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Bonus commissioni da pagamenti elettronici 2023

L’art. 22 D.L. 124/2019 ha istituito il credito d’imposta sulle commissioni dei pagamenti elettronici. Tale credito spetta sia a imprese che a professionisti nella misura del 30% delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito, prepagate o altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili.
Si ricorda che in via eccezionale, per le commissioni maturate nel periodo 1.07.2021-30.06.2022, il credito spettava nella misura del 100% se gli esercenti adottavano strumenti di pagamento elettronico con alcune precise caratteristiche tecniche collegati a strumenti di pagamento evoluti.
Il credito commissioni spetta soltanto se le cessioni di beni/prestazioni di servizi vengono rese nei confronti di consumatori finali e solo se i ricavi/compensi del periodo d’imposta precedente degli esercenti siano inferiori a 400.000 euro. Per il credito commissioni 2023, il periodo da osservare sarà quindi il 2022.

È possibile soltanto l’utilizzo in compensazione a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa (commissione) e l’importo deve poi essere riportato nella relativa dichiarazione dei redditi. Il codice tributo da utilizzare è: 6916, i campi “mese di riferimento” e “anno di riferimento” sono valorizzati con il mese e l’anno in cui è stata addebitata la commissione che dà diritto al credito d’imposta, rispettivamente nei formati “00MM” e “AAAA”. Nel Modello Redditi andrà indicato nel quadro RU con il codice credito “H3”.
Non è fiscalmente rilevante, né rileva per il calcolo del ROL.

Gli operatori finanziari, ossia i prestatori dei servizi di pagamento o anche detti soggetti “convenzionatori” (per intenderci la banca che dota l’esercente del POS per esempio) inviano entro il 20° giorno del mese successivo al periodo di riferimento all’Agenzia delle Entrate i dati necessari:
codice fiscale dell’esercente;
mese e anno di addebito;
numero totale delle operazioni di pagamento e transazioni che interessano i consumatori finali;
importo delle commissioni addebitate per le operazioni relative ai consumatori finali;
ammontare dei costi fissi periodici.
Tali dati vengono inviati utilizzando il software reso disponibile gratuitamente dall’Agenzia.
Sempre gli operatori finanziari, quindi, trasmettono per esempio via PEC o nell’home-banking dell’esercente gli importi comunicati all’Agenzia così da consentire l’utilizzo del credito.
Gli esercenti sono tenuti a conservare la documentazione delle commissioni addebitate in questione per 10 anni dall’anno di utilizzo del credito.