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Assegnazione agevolata dei beni e riflessi fiscali sul socio di srl

Le casistiche riguardanti la tassazione del socio, in esito all’assegnazione agevolata del bene, sono influenzate dalla natura delle riserve annullate in contropartita dell’assegnazione medesima. Ciò premesso, si esamina l’ipotesi dell’utilizzo di riserve di utili, rinviando a un successivo articolo l’analisi riguardante le riserve di capitali e a un ulteriore articolo gli effetti dell’utilizzo misto di riserve di capitali e di riserve di utili.

Si ricorda, in via preliminare, che per il socio assume rilevanza, ai fini della tassazione (come riduzione del valore della partecipazione nel caso di distribuzione di riserve di capitale o come dividendo nell’ipotesi di distribuzione di riserve di utili), il valore (normale o catastale) preso a riferimento dalla società per la determinazione della base imponibile ai fini dell’applicazione dell’imposta sostitutiva. Tale valore rappresenta, altresì, il costo fiscalmente riconosciuto (del bene) al socio per effetto dell’assegnazione. Si precisa, peraltro, che, in caso di assegnazione dei beni con contestuale accollo dei debiti da parte del socio, il valore da considerare ai fini della rilevanza fiscale in capo a quest’ultimo deve essere considerato al netto dell’importo dei debiti accollati.

Per esplicitare più chiaramente i concetti appena espressi si presenta un esempio numerico, fermo restando che, in caso di assegnazione agevolata mediante riduzione di riserve di utili, il costo della partecipazione in capo al socio rimarrà inalterato e, contestualmente, la differenza tra il valore normale del bene e la plusvalenza assoggettata a imposta sostitutiva concorrerà alla formazione del reddito del socio assegnatario secondo la vigente normativa.
Si ipotizzi che il socio abbia una partecipazione in una società di capitali che assegna il bene annullando riserve di utili; per determinare la plusvalenza si prende a riferimento il valore catastale. Si assumano i seguenti valori:
valore normale del bene assegnato = 200;
valore catastale del bene assegnato = 180;
valore fiscale del bene (costo di acquisto meno fondo ammortamento) = 140;
valore riserve di utili annullate = 140;
differenza su cui si applica l’imposta sostitutiva = 40 (180 – 140).
Si ipotizzi, inoltre, che il costo della partecipazione del socio ante assegnazione sia pari a 60.
Successivamente all’assegnazione la situazione in capo al socio sarà la seguente:
costo della partecipazione post assegnazione = 60;
importo da assoggettare a tassazione come dividendo = 140 (180 – 40);
costo fiscale del bene in capo al socio = 180.
Come si evince dall’esempio, dopo l’assegnazione, il socio mantiene inalterato il costo fiscalmente riconosciuto della partecipazione (60) e assoggetta a tassazione, come dividendo, il valore catastale del bene assegnato al netto della differenza assoggettata a imposta sostitutiva dalla società (180 – 40).

Per quanto concerne il calcolo delle imposte dovute dal socio, dovrà tenersi conto del periodo di formazione delle riserve di utili, ossia dell’evoluzione normativa che, tempo per tempo, ha modificato l’aliquota Ires e la percentuale di tassazione del dividendo, fino a giungere all’attuale disciplina che prevede l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 26% (fatte salve le regole riguardanti la disciplina transitoria).