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Ristori, pace fiscale e sanatoria avvisi nel di Sostegno.

Ultimi ritocchi al decreto Sostegno, atteso in Consiglio dei Ministri entro giovedì 11 marzo: l’impianto si conferma quello delle anticipazioni, che vede nuove tranche di indennizzi (ristori diretti) alle attività economiche (Partite IVA e imprese) basate sulla perdita di fatturato, rinnovo degli ammortizzatori sociali per le aziende, proroga del blocco ai licenziamenti, nuovo slittamento per la ripresa della riscossione e nuove misure di pace fiscale. A cui si aggiunge il rifinanziamento del reddito di cittadinanza. Smentita l’ipotesi di far poggiare i ristori sulla perdita di ricavi 2021 (si trattava di una prima bozza poi accantonata), il meccanismo sarà quello descritto dallo stesso Ministro dello Sviluppo Economico: sussidio calibrato sul confronto annuo 2019-2020 dei ricavi, con diritto al risarcimento economico per imprese e Partite IVA che hanno registrato una perdita di fatturato 2020 pari ad almeno un terzo (-33%). E l’importo dell’accredito sarà calcolato applicando diverse aliquote a seconda delle dimensioni di impresa. Ne erano state ipotizzate quattro (15, 20, 25 e 30%), ora invece si parla di tre:
20% fino a 400mila euro,
15% fino a un milione,
10% fra uno e cinque milioni.
Previsto anche un contributo minimo di mille euro, analogo a quello dei primi provvedimenti Covid, e un tetto massimo a 150mila euro. Confcommercio si concentra sulla necessità di «misure di ristoro adeguate e tempestive», approva il meccanismo che supera il sistema dei codici Ateco ma chiede che l’indennizzo faccia riferimento sia alla perdita di fatturato sia ai costi fissi. Confartigianato insiste per riportare al 30% la soglia di ristoro per le piccole imprese. Ci sono poi richieste da settori specifici: Federmoda propone un contributo sulle eccedenze di magazzino, sotto forma di credito d’imposta al 30% sullle rimanenze, più un intervento sui costi degli affitti. Federalberghi chiede che il calcolo dei ristori sia basato sull’itero periodo pandemico, quindi marzo 2020-febbraio 2021, che venga eliminato il tetto di fatturato dei 5 milioni di euro che taglia fuori imprese alberghiere medio-grandi, e che il limite di ristoro di 150mila euro sia riferito alla singola struttura e non all’impresa. Spunta una nuova ipotesi per la proroga dello stop alla riscossione: potrebbe restare confermata la ripresa dell’invio delle cartelle dallo scorso primo marzo (comunque diluita nell’arco di due anni), ma con la possibilità di prorogare il blocco dei pagamenti fino alla fine di aprile. Si conferma anche lo slittamento per i versamenti di rottamazione ter e saldo e stralcio: le date più probabili sono il 31 luglio per le rate scadute nel 2020 e il 30 settembre per quelle del 2021.
Infine, la pace fiscale vera e propria. Sul provvedimento di stralcio cartelle dal 2000 al 2015 si fanno largo due strade percorribili: potrebbero essere automaticamente eliminate dal magazzino quelle fino a 5mila euro, oppure fino a 3mila euro. In entrambi i casi, la somma si intende comprensiva di sanzioni e interessi. Non mancano anche ipotesi in base alle quale lo stralcio potrebbe riguardare anche somme più alte, in ogni caso tutti i carichi non riscossi dopo cinque anni dall’affidamento.
In vista ci dovrebbe anche essere una nuova rottamazione, con una parte che potrebbe essere riservata a imprese e partite IVA che hanno subito perdite pari almeno al 33% a causa del Covid. Per quanto riguarda le altre misure attese nel decreto Sostegni, ci dovrebbe essere un miliardo per rifinanziare il reddito di cittadinanza. Nuove misure di conciliazione casa-lavoro, con i congedi parentali per i genitori di studenti che restano a casa da scuola, misure sullo smart working, ipotesi voucher baby sitter. Il blocco dei licenziamenti va verso la proroga a fine giugno, e sono attesi nuovi ammortizzatori sociali, con la cig Civid attivabile per l’intero 2021. Fonte: pmi.it